Obsolescenza programmata, termine con molte conseguenze, scopriamole
Si tratta di un termine molto amato dalle associazioni dei consumatori e molto meno dai produttori di hardware, ci riferiamo all’obsolescenza programmata ed alle conseguenze per gli utenti.
Cosa si intende per obsolescenza?
Con questo termine si intende un concetto reale o percepito, per cui un dispositivo elettronico di un certo tipo si rompe dopo due o tre anni.
Si indica obsolescenza programmata il caso in cui un prodotto si rompe dopo alcuni anni dalla sua uscita, un lasso di tempo post acquisto tale da far scadere la garanzia e che corrisponde solitamente all’uscita di una o più nuove versioni migliorative dell’articolo.
Fa parte dell’obsolescenza anche il fatto che il costo di riparazione dell’articolo sia reso difficile per costi e tempistiche, al fine di “spingere” il malcapitato all’acquisto di un nuovo prodotto.
Ecco una buona definizione di cosa sia l’obsolescenza, definizione coniata da uno dei suoi scopritori ed in parte sostenitori:
«L’instillare nell’acquirente il desiderio di comprare qualcosa di appena un po’ più nuovo e un po’ prima di quanto sia necessario»
Obsolescenza
Possiamo suddividere l’obsolescenza in due diverse tipologie. Una più materiale ed una più “mentale” e “psicologica”.
Obsolescenza programmata
Si tratta del primo caso, già spiegato, in cui il bene prodotto viene realizzato in maniera tale da rompersi dopo tre/quattro anni di utilizzo. Le possibili cause sono molteplici, ma uno dei difetti “più amati” dall’obsolescenza programmata è quello dato dal surriscaldamento. Questo difetto è spesso infatti incrementale e quindi perfetto per questa tipologia di rottura.
Obsolescenza percepita
Altra tipologia di obsolescenza, in cui il difetto non è nel prodotto che continua a funzionare benissimo. Il bersaglio dell’obsolescenza percepita è infatti l’utente, che viene spinto da pubblicità, influencer e testimonials a valutare il suo prodotto come “vecchio” e non “performante” al fine di spingere ad un cambiamento che è l’essenza stessa del consumismo. In questo caso il fattore scatenante è la pubblicità.
Visto che l’obsolescenza percepita o simbolica si basa più su fattori psicologici che operativi, nel nostro articolo ci concentreremo sull’obsolescenza programmata.
PC obsolescente? Telefono obsolescente?
Uno dei casi più famosi è quello che ciclicamente include Apple. Ad ogni nuova uscita di iPhone, gli utenti hanno spesso infatti riscontrato cali nelle performance e nella durata della batteria nelle versioni precedenti, un invecchiamento e peggioramento delle prestazioni che colpisce, probabilmente a livello software e firmware i dispositivi.
Perché le aziende spingono sull’obsolescenza?
La ragione principale è quella del business, dell’esigenza e volontà di aumentare i fatturati e di conseguenza gli acquisti da parte dei clienti. Se infatti il bene che vendiamo non è deperibile né si tratta di un bene da acquistare in grandi quanti6tà se si vogliono aumentare le vendite esistono solo due possibilità:
Ecco quindi che il concetto di obsolescenza diventa una strategia per assicurarsi acquisti più frequenti e ripetuti nel tempo.
Obsolescenza programmata, come si fa?
Questo tipo di “accelerazione” in ambito dispositivi elettronici viene spesso “programmata” durante la creazione degli stessi. Il “fattore scatenante” può essere, come già scritto un difetto hardware, magari conseguenza di una rottura da utilizzo o da surriscaldamento, oppure molto più semplice da gestire, qualcosa attivato a livello di software. In questo secondo caso il fattore scatenante sono gli aggiornamenti, che diventano veri e propri “Cavalli di Troia” che oltre a risolvere problematiche vanno anche a rallentare le prestazioni, ridurre l’autonomia o bloccare e limitare l’accesso ad eventuali dispositivi e periferiche terze.
Chi lo fa?
Non è possibile stilare una lista di “buoni e cattivi”, anche perché i produttori di hardware stanno molto attenti a questo aspetto. L’opinione pubblica presta molta attenzione a questo fattore. Molte cause milionarie sono già state intentate e vinte in molti paesi. In alcune nazioni poi, questa “creazione artificiosa di difetti e problematiche” è addirittura un reato penale.
Quasi tutti i produttori sono stati comunque nel tempo “toccati” da qualche polemica o sospetto. Da Apple, ai casi di obsolescenza programmata Samsung, fino a quelli di tanti altri produttori di pc completi ma anche di single schede ed alimentatori.
Come ci si difende?
Di fronte a multinazionali e strategie di marketing e vendita “studiate a tavolino”, sembra impossibile difendersi per l’utente normale. Eppure qualcosa si può fare. In particolare:
L’obsolescenza oltre a colpire il nostro portafoglio influisce pesantemente sull’ambiente, creando tonnellate di rifiuti elettronici complicati e costosi da smaltire.
Ricondizionato contro obsolescenza.
Un alternativa sempre più battuta ed utilizzata contro l’obsolescenza programmata è quella dei prodotti ricondizionati. Perfette scelte sia dal punto di vista economico che ecologico, i prodotti ricondizionati ci permettono di sostituire un dispositivo vecchio o non più funzionante con uno affidabile e performante ma non per forza nuovo.
Un prodotto ricondizionato è infatti un articolo, uno smartphone, un pc ma anche molto altro, che è stato tolto dal ciclo dell’usa e getta e rimesso sul mercato. Un articolo che è stato verificato e rimesso in perfetto condizioni al fine di offrire prestazioni ottimali.
Scegliere un pc ricondizionato ad esempio permette di avere un pc obsolescente in meno da buttare, innescando un ciclo virtuoso che “protegge” il nostro portafoglio e dà lavoro a tante piccole aziende locali che “combattono” le grandi multinazionali con una logica moderna, ecologica e non incentrata solo al profitto, ai dividendi ed al fatturato.
Il ricondizionato è il presente ed il futuro, la risposta dal basso all’obsolescenza programmata.