Modulare o non modulare, quale alimentatore scegliere, e quali sono le differenze?
Configurando i computer una delle domande più frequenti è “quale alimentatore acquistare”?
La Power Supply Unit, o più brevemente PSU, è l’elemento fondamentale di ogni configurazione perché responsabile della corretta alimentazione energetica delle componenti del nostro PC.
Esistono molti tipi di alimentatori, ma sicuramente le prime distinzioni da fare riguardano: l’efficienza energetica, il fattore forma e la tipologia di alimentatore. Siete pronti? Andiamo insieme ad affrontare singolarmente tutti gli aspetti appena elencati.
Partiamo dall’elemento più semplice da scegliere, il fattore forma. Cosa si intende con questo termine? Quando leggiamo ATX su una scheda tecnica dobbiamo tenere presente che si tratta dell’acronimo che sta ad indicare le dimensioni standard delle componenti, cioè quelle utilizzate nella maggior parte dei computer desktop.
Se cerchiamo delle dimensioni più piccole, un gradino sotto agli ATX, abbiamo i mini-ITX: le cui componenti vengono di solito adoperate per i mini pc. Il livello intermedio, a metà strada tra ATX e mini-ITX è ricoperto dai formati detti micro-ATX.
Da ora in avanti sarà facile intuire che se siamo difronte ad un hardware standard dovremo utilizzare alimentatori per formati ATX, mentre per case più piccoli quelli di tipo SFX o addirittura TFX.
Modulare o non modulare, quale alimentatore scegliere?
Questa scelta è molto personale, dipende in parte dal nostro gusto estetico in parte dal budget che siamo intenzionati ad investire. Gli alimentatori di tipo non modulare erano quelli che spesso in passato venivano dati in dotazione insieme allo chassist.
Riconoscere un alimentatore non modulare è semplice, questo è composto da una serie di cavi fissi ad esso collegati che fuoriescono dal suo involucro. Lo svantaggio principale è che spesso non tutti questi cavi di alimentazione in uscita sono adoperati, alcuni magari resteranno li abbandonati a loro stessi. Per evitare questo problema la soluzione è acquistare un alimentatore modulare.
In realtà esistono anche delle soluzioni intermedie che, guarda caso, sono le più diffuse: parliamo degli alimentatori detti “semi-modulari”.
Una PSU semi-modulare ha solo un cavo fisso relativo all’alimentazione principale, i restanti alloggi saranno “componibili”, cioè da utilizzare in base alle nostre esigenze energetiche.
L’interno del case, con una soluzione del genere, risulterà: più spazioso, estremamente ordinato, e senza inutili cavi in eccesso.
Ora capisci perché gli alimentatori modulari e semi-modulari hanno mediamente un costo maggiore e sono tra i più richiesti.
Le classi di efficienza dell’alimentatore
I computer con una configurazione hardware potente richiedono più risorse energetiche di quelli destinati ad uso ufficio. Diventa qui essenziale scegliere una PSU che sia sufficiente in termini di watt e, allo stesso tempo, che garantisca un buon livello di efficienza.
L’efficienza viene valutata in percentuale e si calcola considerando la quantità di energia assorbita dalla presa elettrica e quella consumata dalle componenti hardware collegate al computer.
Ti sarà capitato spesso di vedere le sigle “80 PLUS” mentre stavi scegliendo un alimentatore. Questo standard è stato pensato per certificare proprio l’efficienza. Esistono delle tabelle a cui possiamo fare riferimento, ad ognuna di esse corrispondono dei bollini: 80 PLUS, Bronze, Silver, Gold e Platinum.
Più in alto saliamo con la classifica, migliori saranno le prestazioni e, di conseguenza, maggiore il costo del nostro alimentatore.
Anche il fattore silenziosità è un aspetto da non sottovalutare. L’unità PSU va raffreddata per garantirne il corretto funzionamento. Un modello certificato con lo standard 80 PLUS emana meno calore rispetto ad un modello simile, ma non certificato.
Per quanto riguarda la dissipazione del calore abbiamo due possibilità: le soluzioni classiche sfruttano una ventola di raffreddamento, ma in commercio possiamo acquistare alimentatori “fanless” cioè con dissipazione passiva del calore.
Altri parametri da valutare prima dell’acquisto di una power supply unit possono essere le sigle di sicurezza, eccone alcune:
Come scegliere la potenza dell’alimentatore?
Occorre stimare il fabbisogno energetico delle componenti che andranno assemblate all’interno del computer desktop. Online esistono diverse soluzioni automatiche che eseguono, al nostro posto, i calcoli necessari, a patto di essere in grado di fornire loro tutti i dettagli inerenti alla configurazione in uso.
Ecco qualche sito da cui possiamo ricavare i watt necessari del nostro nuovo alimentatore:
1- Outervision
2- Coolermaster
3- BeQuiet
Conclusioni
L’alimentatore è il componente finale, da scegliere con cura solo dopo aver stabilito la configurazione ideale e definitiva del nostro computer. Il suo compito è quello di fornire la giusta energia all’intero sistema per questo la sua potenza non può essere decisa ad occhi chiusi, ma va calcolata appositamente, di volta in volta.
Le soluzioni desktop tradizionali generalmente sfruttano alimentatori inferiori ai 600w di potenza. I computer gaming invece sono quelli che richiedono più risorse energetiche per via delle elevate prestazioni dei loro componenti hardware, quali processori e schede video. In quest’ultimo scenario il nostro alimentatore potrebbe superare tranquillamente gli 850w.
Un altro aspetto su cui riflettere è l’efficienza, un modello che rispetta gli standard 80 PLUS è più affidabile di un modello non certificato.
Non dimentichiamo poi il fattore forma che è correlato alle dimensioni fisiche della PSU: nei computer fissi dobbiamo fare riferimento a formati di tipo ATX.
Arrivati a questo punto non resta che scegliere se il modello di alimentatore che desideriamo deve essere modulare o meno. Il consiglio è quello di orientarsi verso una soluzione intermedia, ovvero un modello semi-modulare, sia per questioni economiche che estetico – funzionali.